12 Marzo - 25 Aprile 2005 :

Cooperativa Sociale Arcobaleno 86 - Loc. Casonetto - FELTRE (BL)
a cura della Comunità di Villa S.Francesco

- FACEN DI PEDAVENA-
INAUGURAZIONE: 12 marzo 2005 alle ore 15.45 - Comunità di Villa S.Francesco
Rassegna inaugurata dal Vescovo Giuseppe Andrich
Presentazione a cura :
Monsignor Giulio PEROTTO;
Prof.
Paolo TIETO- critico d'arte;
Alessandra Corrò
e l'avvocato Enrico GAZ.

catalogo mostra
CATALOGO MOSTRA

Feltre

A vent'anni dalla sua scomparsa, la comunità "Villa San Francesco" di Facen di Pedavena (Belluno) ha promosso una personale dedicata ad Augusto Murer sul tema del sacro.
Nella sede della Cooperativa sociale Arcobaleno '86 di Feltre fino al 25 aprile 2005 (visitabili tutti i giorni, dalle 09.00 alle 19.00) sarà possibile ammirare venti sculture lignee del formato di cm. 65x50, 14 delle quali realizzate nel 1958 e dedicate al tema della Via Crucis e 6 del 1959 sull'infanzia di Gesù, nel periodo in cui l'artista aveva raggiunto una compiuta maturità artistica.
Saranno esposti anche i disegni preparatori.
La Via Crucis di Murer era stata commissionata da Maria Monico, allora Presidente del CIF di Venezia, da cui dipendono Villa San Francesco e la Cooperativa Arcobaleno, per la Chiesa del "Villaggio marino Pio XII" di Bibione e rappresenta oggi uno dei lavori più interessanti del maestro, intrisa di grande professionalità e di una non nascosta spiritualità.
Ad introdurre la mostra al Casonetto saranno monsignor Giulio Perotto, l'avvocato Enrico Gaz e il professor Paolo Tieto (i cui scritti, con quello della Soprintendente ai Beni culturali Giovanna Nepi Scirè, hanno pure dato vita al catalogo) e la Dottoressa Alessandra Corrò, che con le loro riflessioni aiuteranno a ripensare le figure di Augusto Murer e del Vescovo Savio, (a un anno dalla morte) vicini da sempre anche ai ragazzi e giovani in difficoltà.

"IL SACRO DEL MURER" in mostra a FELTRE
Alla Coop. Arcobaleno le tavole della VIA CRUCIS in omaggio al Vescovo Savio scomparso a fine marzo 2004.

SALA ESPOSITITVA SALA ESPOSITIVA
SALA ESPOSITIVA
Cooperativa Sociale Arcobaleno 86
FELTRE
SALA ESPOSITIVA
SALA ESPOSITIVA



Non ho pretesa di fare il punto sulle sculture, di soggetto religioso, di Augusto Murer, ma soltanto una lettura, un discorso "privato", anche se fatto per iscritto, come tentativo di risposta e spiegazione, ad un lavoro che mi affascina: la VIA CRUCIS.
Anche perchè ritengo che con quei quattordici pannelli, l'artista riveli una raggiunta maturità artistica, una particolare stagione dell'anima sua, illuminata da una ispirazione religiosa e sostenuta da una lunga meditazione, dolorosa e dolente, del dramma di Cristo. E' vero che non è "sacra" un'opera per il solo fatto che rappresenti il Cristo o la Madonna, o un soggetto religioso; perchè l'equivalente sacralità non sta tanto nel soggetto, quanto nel fatto che dall'opera emerga un reale senso del sacro, pieno, avvincente, da dove ci venga certezza, speranza, desiderio di fare il bene; altrimenti c'è soltanto la bellezza o, nel migliore dei casi, piacevolezza o nobiltà artistica; quando non ci sia solo abilità descrittiva.
Non certo "arte sacra".
Pare che l'opera di Murer, a suo tempo, abbia suscitato delle perplessità nell'ambiente religioso..., perplessità che , modestamente, non mi sento di fare mie. La conoscenza e la frequentazione con l'artista mi hanno consentito di cogliere una sua spiritualità, una sua religiosità, che una modestia - o scontrosità talora indisponente - cercava, se non di negare, di nascondere.
Ed è da questo suo fondo interiore che è nata la "Via Crucis" e il portale, commissionata nel 1958 dalla Presidente del C.I.F. di Venezia Maria Monico, per la chiesa del Villaggio Marino Pio XII, a Bibione.
Allora me lo penso: spiritualmente commosso dal tema drammatico del dolore divino e umano di Cristo; artisticamente impegnato nell'immaginare la sua scultura già completa. Penso alla sua fatica mentale e manuale nel trattene quella sorta di progettazione iniziale con la proibizione di sbagliare un colpo di sgorbia; allo sforzo di chiedere al legno il rispetto alla sua ispirazione e un suggerimento per il suo lavoro.


1958 - 14 TAVOLE dedicate al tema della Via Crucis:

1 Stazione - condanna a morte
2 stazione - Gesui caricato dalla croce
3 stazione - 1 caduta
4. stazione - Gesu' incontra sua madre
1. Stazione
Condanna a morte
2. Stazione
Gesu' Caricato dalla croce
3. Stazione
Prima caduta
4. Stazione
Gesù incontra sua madre

Un pregio innegabile dell'opera è l'assenza di momenti di stanchezza sculturea, di ripetizioni di maniera; tanto più significativo questo fatto, ove si pensi che, in sostanza, rappresenta un medesimo Cristo, una medesima e prolungata sofferenza, pur nella diversità degli episodi, in ben quattordici pannelli.
Un particolare - che non è più un particolare! - s'impone: la rappresentazione delle tre cadute di Cristo sotto il peso della Croce, espresse e rese con un progressivo e drammatico schiacciamento di un "uomo" che non molla lo strumento della sua morte, ma vi si avvinghia, con un abbraccio, che al di là della resistenza alla sofferenza, dice tutto della sua libera volontà di portare a termine la scelta di espiare, nella sua persona, il male del mondo.
Non è da tutti il fare sentire questo!


5. Stazione
6. Stazione
7. Stazione
8.satzione - Gesù incontra le pie donne
5. Stazione
Gesù è aiutato dal Cireneo
6. Stazione
Gesù incontra la Veronica
7. Stazione
Gesù cade per la II volta
8. Stazione
Gesù incontra le pie donne

E attorno al Cristo, che appare nella sua monumentale frontalità; o nei dolenti profili segnati dalla sofferenza; o negli abbandoni irresistibili del capo, velato dalla capigliatura scarmigliata e appesantita dal sudore e dal sangue, ci stanno i vari personaggi, scolpiti nella dura e forte anatomia dei soldati, o nella contenuta mestizia delle donne tristemente velate, o nella scorata disperazione del ladrone crocefisso o nella femminile tenerezza di chi asciuga il volto del condannato, o nel silente e drammatico momento della deposizione della croce.
Non mancano i cavalli, cari al Murer e a tanti altri artisti: agili e dinamiche silhouettes, strettamente inserite e legate alla composizione.
Veramente corale, nell'insieme dei quattordici pannelli, l'umanizzazione e la storicizzazione del "ciclo" della Passione di Cristo. Resa, nei forti primi piani, con quel tanto di esasperazione drammatica che coinvolge lo spettatore nell'azione, allo scopo di rendere vero, credibile, tangibile il fatto rappresentato e introdurlo nel mistero di un "uomo-Dio", che soffre e muore per la redenzione del genere umano.

9. Stazione
10. Stazione
Gesù è crocifisso
12. Stazione
9. Stazione
Gesù cade per la III volta
10. Stazione
Gesù è spogliato dalle vesti
11. Stazione
Gesù è crocifisso
12. Stazione
Gesù muore sulla croce

In quest'opera, forse più che in altre, Murer rivela la sua padronanza nell'arte dello scolpire, la sua sicura capacità tecnica, l'acquisto - o innato? - senso delle proporzioni, dell'ordine, della disciplina, della costruzione equilibrata e armaniosa.
Lavorato dal suo scalpello, il legno, duro al tatto, obbedisce alla sua ispirazione, rende le forti e scavate anatomie dei personaggi, conserva la distratta morbidezza dei panneggi, lascia trasparire i sentimenti, buoni o malvagi che siano; si piega al gioco di tenui luci e soffuse ombre, dei vuoti e dei pieni, sempre guidato e regolato dal vigore della composizione dallo scultore voluta.
E' di Giovanni Paolo II l'affermazione: "Nell'arte sono state egregiamente espresse la freschezza e la novità dell'esperienza religiosa".
Se il soggetto di Murer è un tema religioso, la sua ispirazione è religiosa, la realizzazione ha quel tanto di spiritualità e di compostezza che si conviene: allora, perchè non potrebbe valere anche per la sua "Via Crucis" il giudizio plaudente del Papa?

13. Stazione
Gesù è posto nel sepolcro
13. Stazione
Gesù deposto dalla croce
14. Stazione
Gesù è posto nel sepolcro


Il soggetto delle sei formelle è ancora Gesù: ma non è più l'adulto straziato e crocifisso della "Via Crucis", bensì il bambino, il fanciullo Gesù, come ne parla Luca nel suo vangelo.
Vangelo che Augusto Murer deve aver ripreso in mano, certamente non fidandosi della sua memoria infantile. Ed è la lettura, e soprattutto la meditazione sulle vicende dei primi anni della vita di Gesù, condivisa da Maria e Giuseppe, che gli suggeriscono il ciclo dei sei pannelli lignei: la nascita, i Re Magi, la presentazione al tempio,la fuga in Egitto, Gesù tra i dottori e la bottega di GIuseppe, il falegname di Nazaret.

1959 - 6 TAVOLE dedicate all'infanzia di Gesù:

2.Adorazione dei re Magi
Fuga in Egitto
1. Natività - Legno
2. Adorazione dei re Magi
3. Fuga in Egitto

Gli episodi evangelici scolpiti sul portale (1959) gli hanno offerto l'occasione di comporre e popolare le scene di figure, secondo la sua inventiva artistica: la piccola folla devotamente ammucchiata attorno ad una serena e felicissima madre; la raccolta solennità degli inaspettati visitatori orientali; i misteriosi volti delle donne incapucciate nei loro manti che hanno sentito la gioia spirituale del vecchio Simeone; la sfinita stanchezza dell'umile asinello, che avanza teso nel sogno di una stalla in qualche villaggio d'Egitto; il pensoso stupore dei seriosi sacerdoti stretti intorno ad un giovanetto; e, a coronamento della storia, Gesù, provetto e robusto apprendista nella bottega paterna, a conduzione famigliare. Vi sono alcuni particolari - anche se in un opera d'arte non vi è mai un... particolare - che rilevano la precisa ispirazione dell'artista; cioè, la centralità in tutti i pannelli, di Gesù, che quanti gli stanno attorno desiderano toccare.

4. Presentazione al Tempio
6.Gesù nella bottega di
4. Presentazione al Tempio
5. Gesù tra i dottori nel tempio
6.Gesù nella bottega di
Giuseppe falegname


Allora Murer lo presenta avvolto o dalle mani affettuose della Madonna o da quelle rispettose dei Re Magi, o da quelle devote del vecchio Simeone. Le mani, poi, le fa solennemente alzare da Gesù sopra i pensierosi sacerdoti che, da tre giorni, pendono dalle sue labbra, nel tempio.
Il ciclo diventa così una storia raccontata da una folla di figure, alle quali l'abile tocco dello scalpellatore, dona una plasticità e dignità che, talora, hanno il sapore di una raccolta monumentalità religiosa.

Mons.Giulio Perotto

EVENTI 2005
HOME

Rigoni