30 Luglio - 11 Settembre 2005 :

Miniere Valle Imperina
AGORDO - VALLE IMPERINA (Comune di Rivamonte Agordino)

CATALOGO
CATALOGO MOSTRA

MURER NELLE MINIERE.

La Provincia di Belluno organizza con il Comune di Rivamonte Agordino e la famiglia Murer, una mostra dedicata ai disegni sviluppati nelle miniere di Valle Imperina da Augusto Murer. Per tale occasione l'Associazione ERMA - Museo A.Murer ha pubblicato un nuovo catalogo con 155 disegni inediti di Augusto nelle Miniere fatti negli anni 50.
Inaugurazione sabato 30 luglio 2005 ore 18.00 presso la Sala Centro di Valle Imperina.

Giovedì 18 Agosto alle ore 18.00 "Testimonianze di Augusto Murer" con la partecipazione di MARIO RIGONI STERN.


MINIERE VALLE IMPERINA MINIERE VALLE IMPERINA INTERNO
MINIERE VALLE IMPERINA MINIERE VALLE IMPERINA

INTERNO MOSTRA

Murer nelle miniere (1950-1962)

Scriveva a metà Cinquecento il grande umanista e geografo fiammingo Abraham Ortelius a proposito della pittura di Bruegel: "I pittori che raffigurano esseri graziosi nel fior degli anni, e alla pittura vogliono aggiungere non so che di fascinosa eleganza, che ci mettono di loro, snaturano affatto l'immagine rappresentata e, scostandosi dal modello scelto, si scostano dalla vera bellezza". Se queste osservazioni sembrano acquisite dopo tanta arte del Novecento, esse costituiscono un buon punto di partenza per ragionare attorno alla genesi artistica di Augusto Murer. La maturità lo ha fatto conoscere al mondo per il nitore classico dei suoi torsi di donna e per il magma rappreso dei suoi bronzi, che fissano le inquietudini esistenziali in una tormentata superficie, ma c'è stata una prima stagione nella quale il giovane scultore esplorava la propria capacità espressiva a contatto con l'ambiente nel quale era cresciuto e con i modi e le forme antiche di sbozzare il legno e la pietra. Augusto testava se stesso in primo luogo attraverso un confronto con la forza della realtà che aveva di fronte. E di fronte aveva montagne e valli certo sublimi dal punto di vista della bellezza paesaggistica, ma antropicamente segnate da una presenza umana che da secoli aveva dovuto fare i conti con i rigori del clima, con la penuria delle risorse disponibili, con la fatica dei lavori lì praticabili. All'inizio degli anni Cinquanta del secolo scorso nel bellunese la tragedia della guerra si era conclusa, lasciando ancora aperte le ferite di un incerto presente. Un presente di esodo per molti, che cercarono altrove la possibilità di lavoro per far vivere la propria famiglia al paese natio. In quello stesso periodo, che a noi sembra lontano anni luce per l'improvviso e spesso violento cambiamento che ha conosciuto la modalità del vivere quotidiano, nell'Agordino sono ancora attive le miniere della Val Imperina, che per secoli hanno fornito rame, prima alla Serenissima, poi a Napoleone, agli Austriaci e da ultimo alla società Montecatini. E se nel 1700 si era arrivati ad occupare fino a 1300 persone, numerosi continuavano ad essere gli addetti prima della chiusura avvenuta nel 1962, quando l'estrazione non si rivela più vantaggiosa rispetto alla concorrenza americana. Dal 1950 per oltre un decennio Augusto Murer si recò in Val Imperina per raffigurare una umanità pensosa e stanca, che dalla roccia estraeva una dura speranza di vita. Scendere in miniera significa cimentarsi con l'oscurità, con la natura che si osa sfidare e che può in ogni istante sovrastare e cancellare nelle proprie viscere l'umanità superba che ha avuto l'ardire di violarla. Non è casuale che per l'antichità classica Ade-Plutone fosse il dio dei morti e delle ricchezze che ci celano nel ventre della terra.

INAUGURAZIONE inaugurazione inaugurazione
INAUGURAZIONE MOSTRA
Da Sinistra: Pres.della Prov.BL Sergio REOLON, Il Vescovo di Belluno ANDRICH, Tiziana AGOSTINI, L'ass alla Cultura della Prov. CLAUDIA BETTIOL e il Sindaco di Rivamonte Agordino.
INAUGURAZIONE MOSTRA
Da Sinistra:
Il Vescovo di Belluno ANDRICH, Bruno MURER, il Pres.della Prov.BL Sergio REOLON,L'ass alla Cultura della Prov. CLAUDIA BETTIOL e Tiziana AGOSTINI.
INAUGURAZIONE MOSTRA
Da Sinistra: Pres.della Prov.BL Sergio REOLON, Il Vescovo di Belluno ANDRICH, L'ass alla Cultura della Prov. CLAUDIA BETTIOL
Tiziana AGOSTINI, il Sindaco di Rivamonte Agordino e Elio ARMANO.

Ma i minatori di Augusto Murer non sono certo cacciatori d'oro o di diamanti, piuttosto persone che ogni giorno affrontano l'estrema fatica del vivere. Egli ne scruta gli sguardi, i volti segnati, ne raffigura le vesti e le movenze. La ricerca figurativa si intreccia con la ricerca dell'umanità, che rimane lungo tutto il cammino artistico di Augusto un dato stilistico ed espressivo fondante. Decine e decine di disegni ci testimoniano come il processo creativo sia per lui fissare sulla carta gesti e istanti fino a individuare forme e posture compiute da trasferire in una scultura o in un bassorilievo. I suoi disegni sono importanti perché mettono in evidenza una perizia formale che li rende qualitativamente alti, ma il tratto con cui sono stesi ricorda inequivocabilmente la natura prima dell'autore, che è scultorea. I tratti sul foglio sono colpi di scalpello che tolgono progressivamente la materia fino a farla diventare forma. Dal punto di vista tecnico sono realizzati con materiali diversi, che vanno dalla matita al carboncino, alla china; alcuni sono poi completati dal colore, come la tempera, per evidenziare la resa espressiva per una possibile esecuzione plastica. E proprio quest'anima plastica di Murer rende forti e veri anche i suoi disegni, che sbalzano dalla superficie piatta restituendo a chi li osserva la profondità dei volumi. Attorno al tema del minatore si moltiplica e si testa la diversa potenzialità delle forme e delle masse. Si va dal mezzo busto che porta in primo piano una soggettività maschile di lavoratore, riconoscibile anche nei tratti somatici e nella unicità del volto, magari realizzato con la suggestiva tecnica della xilografia, ai soggetti collettivi che si dispongono sulla pagina come un possibile bassorilievo tematico sui minatori, rappresentazione dei lavori e delle stagioni dell'uomo. L'intensità espressionistica si fissa in particolare nei disegni a carboncino e matita ripresi dentro alle gallerie dove i minatori sono al lavoro, con una capacità di suggestione che deriva anche dal valore documentario della testimonianza, di una attività cessata ormai da decenni, ma che l'arte rende eternamente presente. Si tratta per Murer, in questo caso, di una adesione istintiva alla fatica della sua gente, che vuole celebrare nell'umile gesto del colpo di piccone, del badile che scava, una coralità, quella che rappresenta, che trae la sua forza dall'insieme, dalla fatica e dal riscatto collettivi. Pensieri e scelte, queste di Murer, che nascono come moto dell'animo, come bisogno di raffigurare la realtà per quello che è e per quello che l'artista istintivamente sente. Per questo c'è una temperie antica in questi disegni di Murer, che è quella dei bassorilievi medioevali dei plutei e delle facciate delle chiese, quella del realismo visionario dell'Europa del nord, la cui arte era approdata da antica data nelle vallate bellunesi proprio attraverso le maestranze minerarie tedesche. Augusto allargherà poi nella dimensione globale della caduta e dell'ascesa, del dolore e della libertà, della bellezza come trascendenza dalla greve materialità dell'essere la sua ricerca, ma intatta rimarrà sempre la sua capacità di far diventare protagonisti delle sue opere i soggetti negati dalla storia, che con la loro quotidiana speranza riscattano l'umanità dalle sofferenze, dalle violenze e dalle ingiustizie.

Tiziana Agostini



 

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