MURER
NELLE MINIERE.
La
Provincia di Belluno organizza con il Comune di Rivamonte
Agordino e la famiglia Murer, una mostra dedicata ai disegni
sviluppati nelle miniere di Valle Imperina da Augusto
Murer. Per tale occasione l'Associazione ERMA - Museo
A.Murer ha pubblicato un nuovo catalogo con 155 disegni
inediti di Augusto nelle Miniere fatti negli anni 50.
Inaugurazione
sabato 30 luglio 2005 ore 18.00 presso la
Sala Centro di Valle Imperina.
Giovedì 18 Agosto alle ore
18.00 "Testimonianze di Augusto Murer" con
la partecipazione di MARIO RIGONI
STERN.
MINIERE
VALLE IMPERINA |
MINIERE
VALLE IMPERINA |
INTERNO
MOSTRA
|
Murer nelle miniere (1950-1962)
Scriveva
a metà Cinquecento il grande umanista e geografo fiammingo
Abraham Ortelius a proposito della pittura di Bruegel:
"I pittori che raffigurano esseri graziosi nel fior degli
anni, e alla pittura vogliono aggiungere non so che di
fascinosa eleganza, che ci mettono di loro, snaturano
affatto l'immagine rappresentata e, scostandosi dal modello
scelto, si scostano dalla vera bellezza". Se queste osservazioni
sembrano acquisite dopo tanta arte del Novecento, esse
costituiscono un buon punto di partenza per ragionare
attorno alla genesi artistica di Augusto Murer. La maturità
lo ha fatto conoscere al mondo per il nitore classico
dei suoi torsi di donna e per il magma rappreso dei suoi
bronzi, che fissano le inquietudini esistenziali in una
tormentata superficie, ma c'è stata una prima stagione
nella quale il giovane scultore esplorava la propria capacità
espressiva a contatto con l'ambiente nel quale era cresciuto
e con i modi e le forme antiche di sbozzare il legno e
la pietra. Augusto testava se stesso in primo luogo attraverso
un confronto con la forza della realtà che aveva di fronte.
E di fronte aveva montagne e valli certo sublimi dal punto
di vista della bellezza paesaggistica, ma antropicamente
segnate da una presenza umana che da secoli aveva dovuto
fare i conti con i rigori del clima, con la penuria delle
risorse disponibili, con la fatica dei lavori lì praticabili.
All'inizio degli anni Cinquanta del secolo scorso nel
bellunese la tragedia della guerra si era conclusa, lasciando
ancora aperte le ferite di un incerto presente. Un presente
di esodo per molti, che cercarono altrove la possibilità
di lavoro per far vivere la propria famiglia al paese
natio. In quello stesso periodo, che a noi sembra lontano
anni luce per l'improvviso e spesso violento cambiamento
che ha conosciuto la modalità del vivere quotidiano, nell'Agordino
sono ancora attive le miniere della Val Imperina, che
per secoli hanno fornito rame, prima alla Serenissima,
poi a Napoleone, agli Austriaci e da ultimo alla società
Montecatini. E se nel 1700 si era arrivati ad occupare
fino a 1300 persone, numerosi continuavano ad essere gli
addetti prima della chiusura avvenuta nel 1962, quando
l'estrazione non si rivela più vantaggiosa rispetto alla
concorrenza americana. Dal 1950 per oltre un decennio
Augusto Murer si recò in Val Imperina per raffigurare
una umanità pensosa e stanca, che dalla roccia estraeva
una dura speranza di vita. Scendere in miniera significa
cimentarsi con l'oscurità, con la natura che si osa sfidare
e che può in ogni istante sovrastare e cancellare nelle
proprie viscere l'umanità superba che ha avuto l'ardire
di violarla. Non è casuale che per l'antichità classica
Ade-Plutone fosse il dio dei morti e delle ricchezze che
ci celano nel ventre della terra.
INAUGURAZIONE
MOSTRA
Da Sinistra: Pres.della Prov.BL Sergio REOLON, Il
Vescovo di Belluno ANDRICH, Tiziana AGOSTINI, L'ass
alla Cultura della Prov. CLAUDIA BETTIOL e il Sindaco
di Rivamonte Agordino. |
INAUGURAZIONE
MOSTRA
Da Sinistra: Il
Vescovo di Belluno ANDRICH,
Bruno MURER, il Pres.della Prov.BL Sergio REOLON,L'ass
alla Cultura della Prov. CLAUDIA BETTIOL
e Tiziana AGOSTINI. |
INAUGURAZIONE
MOSTRA
Da Sinistra: Pres.della Prov.BL Sergio REOLON, Il
Vescovo di Belluno ANDRICH, L'ass alla Cultura della
Prov. CLAUDIA BETTIOL
Tiziana AGOSTINI,
il Sindaco di Rivamonte Agordino e Elio ARMANO. |
Ma
i minatori di Augusto Murer non sono certo cacciatori
d'oro o di diamanti, piuttosto persone che ogni giorno
affrontano l'estrema fatica del vivere. Egli ne scruta
gli sguardi, i volti segnati, ne raffigura le vesti e
le movenze. La ricerca figurativa si intreccia con la
ricerca dell'umanità, che rimane lungo tutto il cammino
artistico di Augusto un dato stilistico ed espressivo
fondante. Decine e decine di disegni ci testimoniano come
il processo creativo sia per lui fissare sulla carta gesti
e istanti fino a individuare forme e posture compiute
da trasferire in una scultura o in un bassorilievo. I
suoi disegni sono importanti perché mettono in evidenza
una perizia formale che li rende qualitativamente alti,
ma il tratto con cui sono stesi ricorda inequivocabilmente
la natura prima dell'autore, che è scultorea. I tratti
sul foglio sono colpi di scalpello che tolgono progressivamente
la materia fino a farla diventare forma. Dal punto di
vista tecnico sono realizzati con materiali diversi, che
vanno dalla matita al carboncino, alla china; alcuni sono
poi completati dal colore, come la tempera, per evidenziare
la resa espressiva per una possibile esecuzione plastica.
E proprio quest'anima plastica di Murer rende forti e
veri anche i suoi disegni, che sbalzano dalla superficie
piatta restituendo a chi li osserva la profondità dei
volumi. Attorno al tema del minatore si moltiplica e si
testa la diversa potenzialità delle forme e delle masse.
Si va dal mezzo busto che porta in primo piano una soggettività
maschile di lavoratore, riconoscibile anche nei tratti
somatici e nella unicità del volto, magari realizzato
con la suggestiva tecnica della xilografia, ai soggetti
collettivi che si dispongono sulla pagina come un possibile
bassorilievo tematico sui minatori, rappresentazione dei
lavori e delle stagioni dell'uomo. L'intensità espressionistica
si fissa in particolare nei disegni a carboncino e matita
ripresi dentro alle gallerie dove i minatori sono al lavoro,
con una capacità di suggestione che deriva anche dal valore
documentario della testimonianza, di una attività cessata
ormai da decenni, ma che l'arte rende eternamente presente.
Si tratta per Murer, in questo caso, di una adesione istintiva
alla fatica della sua gente, che vuole celebrare nell'umile
gesto del colpo di piccone, del badile che scava, una
coralità, quella che rappresenta, che trae la sua forza
dall'insieme, dalla fatica e dal riscatto collettivi.
Pensieri e scelte, queste di Murer, che nascono come moto
dell'animo, come bisogno di raffigurare la realtà per
quello che è e per quello che l'artista istintivamente
sente. Per questo c'è una temperie antica in questi disegni
di Murer, che è quella dei bassorilievi medioevali dei
plutei e delle facciate delle chiese, quella del realismo
visionario dell'Europa del nord, la cui arte era approdata
da antica data nelle vallate bellunesi proprio attraverso
le maestranze minerarie tedesche. Augusto allargherà poi
nella dimensione globale della caduta e dell'ascesa, del
dolore e della libertà, della bellezza come trascendenza
dalla greve materialità dell'essere la sua ricerca, ma
intatta rimarrà sempre la sua capacità di far diventare
protagonisti delle sue opere i soggetti negati dalla storia,
che con la loro quotidiana speranza riscattano l'umanità
dalle sofferenze, dalle violenze e dalle ingiustizie.
Tiziana Agostini